Trascorse 48 ore di sit-in, le organizzazioni sindacali, unite in un unico cartello, sono giunte alla conclusione della situazione, già da tempo conosciuta, a cui la polizia penitenziaria deve far fronte da ormai troppi anni. La visibilità, la ricezione mediatica e l’attenzione istituzionale alle gravi problematiche esposte indistintamente a tutti, continuano ad essere inascoltate.
I disagi subiti, i diritti negati e la tutela del personale, la sicurezza degli Istituti penitenziari e la sicurezza territoriale, ormai da troppo tempo sotto i livelli minimi, vengono intesi come un problema circoscritto alle stesse carceri italiane. Non è così, il problema è comune a tutti perché la sicurezza messa in discussione riguarda ogni singolo cittadino.
La continua azione dello Stato atta all’autolesionismo e al continuo indebolimento, discrimina inesorabilmente un sistema debole e senza riferimenti.
Ancora una volta la mancata presenza delle massime cariche istituzionali dimostra a chiare lettere il disinteresse.
Concludiamo dichiarando che il sit-in è stato solo l’inizio di una serie di progetti finalizzati al riconoscimento e raggiungimento dei diritti e della dignità degli uomini e donne della Polizia Penitenziaria.(leccesette)

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