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Padiglione 41bis a Uta, Maria Grazia Caligaris: «Mai stato inaugurato, la struttura ancora non c’è»

La responsabile dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” corregge il ministro della Giustizia Carlo Nordio che in risposta a un’interrogazione avrebbe annunciato l’apertura del nuovo braccio del penitenziario

Uta Il ministro della Giustizia Carlo Nordio lo ha annunciato i giorni scorsi con risposta scritta a una interrogazione parlamentare sull’emergenza carceri, ma nel penitenziario di Uta non ci sarebbe stata nessuna consegna del nuovo Padiglione 41bis, né tanto meno il suo collaudo per il semplice fatto che la nuova struttura detentiva per il regime speciale, ancora non esiste: a correggere il Guardasigilli è Maria Grazia Caligaris, dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV”, con un comunicato in cui tra affronta anche l’emergenza del crescente fenomeno dei suicidi in carcere.

«Nessun taglio del nastro nel Padiglione 41bis della casa circondariale di Cagliari-Uta – asserisce Maria Grazia Caligaris -. Nella struttura, che una settimana fa è stata consegnata al Ministero delle Infrastrutture per il completamento delle aree di servizio, non è ancora iniziato alcun intervento. Ciò significa che non c’è stata alcuna inaugurazione il 20 marzo scorso. Il ministro Nordio è stato male informato in merito alla situazione dell’istituto penitenziario cagliaritano». Probabile sia stata confusa nella risposta del Guardasigilli la consegna dei lavori per la realizzazione di indispensabili opere accessorie con l’inaugurazione della sezione speciale, come la caserma per gli agenti del Gom (Gruppo operativo mobile) che dovrebbero prendere servizio nella struttura. Opere di servizio che incredibilmente nel progetto originario erano state dimenticate. «Il padiglione del 41bis di Cagliari – dice Caligaris – non farebbe altro che accrescere il numero dei detenuti di spessore criminale in una regione che ne ospita già 90 nella stessa condizione di massima sicurezza a Sassari-Bancali (pur senza direttore e comandante). Né si può dimenticare che i 41bis si trovano perfino nella casa circondariale di Nuoro, ancora in attesa di una direzione stabile».

«Dispiace infine osservare che il Ministero della Giustizia e il Dipartimento continuano a considerare la Sardegna come una terra di nessuno – prosegue l’esponente di SDR -. Le carceri isolane infatti a Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano e Tempio ospitano anche detenuti dell’alta sicurezza (oltre 500 persone), reclusi che sono da poco tempo usciti dal percorso del 41bis. Le colonie penali continuano a non essere utilizzate per offrire occasioni di lavoro e professionalizzanti. Niente di concreto invece ci sembra di vedere all’orizzonte per contenere l’alto rischio suicidario e i quotidiani gravi atti di autolesionismo dentro gli Istituti. Accrescere il numero degli psicologi è un segnale troppo debole laddove le condizioni detentive non consentono di attivare progetti trattamentali per la carenza di tutte le figure professionali e per la presenza di persone con gravi disturbi della sfera psichiatrica» (lanuovasardegna)

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