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“Il sovraffollamento carcerario dipende dalla sproporzione tra detenuti e strutture adeguate. Costruire un nuovo carcere in Italia è molto difficile perché vi sono vincoli economici, ambientali, burocratici, per cui sarebbero necessari almeno 5, 6 o 7 anni. La soluzione è trovare strutture compatibili con misure di sicurezza simili a quelle del carcere”.

Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante il suo intervento all’Assemblea dell’Unione triveneta dei Consigli dell’Ordine degli avvocati, che si è tenuta a Venezia, nell’aula della Corte d’assise. “In Veneto ci sono moltissime caserme dismesse, che possono essere  adattate con risorse contenute – ha proseguito il Guardasigilli – e anche con interventi eseguiti dagli stessi detenuti”.

Durante l’incontro, introdotto dalla relazione del presidente dell’Unione, Andrea Pasqualin, e dal saluto del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, sono intervenuti i presidenti del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, dell’Organismo congressuale forense, Mario Scialla, e della Cassa forense, Walter Militi.

Nordio ha poi aggiunto che “sport e lavoro servono alla rieducazione dei detenuti e possono alleviare la vita carceraria” ma soprattutto che “se un detenuto impara un lavoro, tende alla recidiva zero. Per questo il nostro obiettivo è rieducarlo e fargli trovare un lavoro quando uscirà dal carcere”.

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