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41BIS: SDR, imminente consegna padiglione Cagliari-Uta al PRAP

41BIS: SDR, imminente consegna padiglione Cagliari-Uta al PRAP. Celle per detenuti pronte mancano arredi e area servizi (matricola e infermeria).

Non e’ escluso che, in attesa dei nuovi lavori per adeguare il padiglione, i posti vengano utilizzati per “alleggerire” l’istituto. In Sardegna al regime di massima sicurezza saranno circa 200. Si aggiungono agli oltre 500 detenuti di alta sicurezza di Tempio, Massama, Bad’e Carros e Uta.

“E’ imminente la consegna al PRAP del Padiglione destinato ai detenuti sottoposti al regime di massima sicurezza (41bis) di Cagliari-Uta. Il primo concreto atto dovrebbe avvenire entro febbraio con la consegna da parte della ditta, che ha effettuato i lavori nello stabile secondo il progetto originario. Successivamente si provvederà a dotare le celle degli indispensabili arredi.

Il Padiglione di 92 posti, ubicato nella parte retrostante la sezione femminile nel “Villaggio Penitenziario Ettore Scalas”, dopo questi adempimenti, sarà teoricamente in grado di accogliere detenuti, anche se la struttura non è stata ancora completata della Infermeria dedicata ai 41bis e della Matricola, due aree di servizio indispensabili per chi sconta una pena in regime di massima sicurezza”.

Lo sostiene Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV” facendo osservare che “la struttura non è stata finora aperta proprio perché mancavano gli Uffici della Matricola, separati da quelli degli altri ristretti, e l’Infermeria dedicata. Ciò non toglie però che l’accelerazione voluta dal Ministero delle Infrastrutture non possa preludere a una svolta nell’uso dello spazio detentivo”.

41BIS: SDR, imminente consegna padiglione Cagliari-Uta al PRAP

“Per completare il Padiglione l’Ufficio n.6 Opere Pubbliche Lazio, Abruzzo e Sardegna ha disposto dallo scorso mese di novembre un finanziamento di circa un milione di euro. I lavori sono già stati assegnati e potranno essere avviati in tempi brevi. Ciò che preoccupa però è che a causa del sovraffollamento nelle carceri, la struttura possa essere utilizzata, nel frattempo, per alleggerire le presenze che, anche nella Casa Circondariale cagliaritana, costantemente superano abbondantemente i limiti regolamentari”.

“E’ lunga la storia del Padiglione 41bis che – sottolinea l’esponente di SDR ODV – avrebbe dovuto diventare operativo fin dal 2014, quando venne chiuso lo storico Istituto di Buoncammino. Sono quindi trascorsi 10 anni. Un totale silenzio invece ne ha caratterizzato la vita e dopo aver subito un lungo periodo di “congelamento”, anche in seguito a un’inchiesta della Procura di Cagliari, il Padiglione era stato considerato necessario e prossimo all’inaugurazione nel 2020 dal Ministro Bonafede.

Il covid prima, l’avvio della riforma Cartabia e il dibattito sviluppatosi sul regime del 41bis in seguito al caso Cospito ne avevano ulteriormente frenato l’apertura. Ora il discorso è diverso e la concretizzazione del progetto del DAP di trasferire in Sardegna quasi 200 detenuti sta diventando una realtà. I lavori dei servizi mancanti verranno eseguiti nella parte del cortile interno del Padiglione ma a vigilare sui detenuti di massima sicurezza saranno gli Agenti del GOM (Gruppo Operativo Mobile) il corpo speciale della Polizia Penitenziaria istituito nel 1999″.

“Il 41bis creerà molti problemi a Uta e alla Sardegna”

“Il 41bis creerà molti problemi a Uta e alla Sardegna. Non si può dimenticare che la realtà della Casa Circondariale di Cagliari, con una media di circa 580/600 ristretti (30 donne e un centinaio di stranieri), è particolarmente complessa. Oltre al sottodimensionamento degli Agenti penitenziari, l’Istituto registra la presenza di una sezione di Alta Sicurezza (60 detenuti) e un’alta percentuale di tossicodipendenti e pazienti con gravi disturbi della personalità e psichiatrici.

Attualmente nella Casa Circondariale c’è un Vice Direttore ma il Direttore si deve occupare anche della Casa Circondariale di Sassari. Il sistema penitenziario isolano continua a vedere in aumento i detenuti di notevole spessore criminale (con appartenenti alla ndrangheta, mafia, terrorismo ed eversione). Un brutto biglietto da visita per una regione che rischia di essere considerata non già luogo della bellezza del paesaggio, del turismo e della cultura ma – conclude Caligaris – l’isola delle carceri, con pericolose infiltrazioni criminali”.(sardegnareporter)

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