Aggressione carcere Spini, Urzì (FdI): «Basta figure al di sopra della legge, vanno reclusi nei loro paesi a spese loro e non nostre»

Il  gravissimo episodio di aggressione  nei confronti di un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Spini di Gardolo a Trento ripropone il tema delle misure di garanzia da porre al servizio degli operatori di sicurezza nelle strutture penitenziarie italiane.

A sollevare nuovamente il problema che si trascina ormai da anni è il commissario di Fratelli d’Italia Trentino Alessandro Urzì che attraverso una nota  esprime  solidarietà e vicinanza all’agente di polizia penitenziaria che dopo l’aggressione è  finito in ospedale con il timpano perforato e una prognosi di 14 giorni che si presume sara solo la prima. «Ma questo non basta, ne siamo consapevoli – aggiunge Urzì – e ci metteremo il doppio dell’impegno perché soprattutto di fronte a personaggi pericolosi e violenti come quello autore della incivile aggressione dell’agente vengano non vengano fatti sconti ed agli operatori vengano concesse tutte le garanzie di potere lavorare in un ambiente sicuro, perché sono proprio loro gli autentici reclusi delle strutture carcerarie italiane».

Il nordafricano che ha aggredito alle spalle il poliziotto è figura molto nota per aver aggredito in altre prigioni italiane altri agenti penitenziari.

A riguardo Urzì spiega che «non è più ammissibile che ci siano figure che si possono sentire, nelle nostre città, tanto più nelle nostre strutture carcerarie al di sopra della legge e che possono esercitare forme di barbarie finanche alle aggressioni. È un ulteriore stimolo a fare di più e fare meglio, in questo momento rimane solo la vicinanza alla vittima di questo episodio.

Da domani torneremo a sollecitare reazioni più severe da parte dello Stato. Va sconfitto soprattutto il senso di impunità di questi personaggi ed aggressori senza vergogna. Che sarebbe ora venissero reclusi nei loro paesi a spese loro e non nostre».(lavocedeltrentino)

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