PUGLIA – A pochi giorni dall’ultimo grido disperato di aiuto, i sindacati della polizia penitenziaria tornano a fare la voce grosse. Stavolta l’intenzione è però di non mollare la presa almeno fino a quando qualcuno non dimostrerà di avere preso in considerazione la situazione che definire esplosiva delle carceri potrebbe essere riduttivo. Bari, Taranto, Brindisi, Foggia o Lecce poco cambia. Lo scenario è sempre lo stesso. Troppi detenuti e pochi agenti di polizia a disposizione. Il sovraffollamento crea inevitabilmente disagi tra detenuti e anche tra chi dovrebbe garantire la sicurezza messa invece a repentaglio da una situazione che esaspera animi e rende il clima incandescente. Non è sbagliato parlare di vera e propria emergenza di polizia penitenziaria, di una lunga serie di criticità legate ai servizi. I sindacati stanchi di aggressioni, carenza di personale, disagi continui, fanno quadrato e mercoledì 26 aprile saranno nuovamente tutti insieme davanti al carcere di Lecce per chiedere un intervento immediato che non si scontri con le solite promesse che vengono puntualmente lasciate cadere nel dimenticatoio. Il primo passo deve essere fatto nella direzione di incrementare il numero degli agenti. Proprio le carenze di personale nel mese di marzo non hanno consentito di fronteggiare le proteste e le rivolte scoppiate negli istituti, Alcune delle quali sfociate in aggressioni tra detenuti e ad agenti rimasti feriti. Rivolte anche critiche come quella di Foggia dove a marzo del 2020 si verificò una evasione di massa senza precedenti.(trnews)

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