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Botte in carcere a Ivrea: Cassazione, per 8 agenti nessun reato

Nessun trattamento inumano: lo ha deciso la Cassazione per otto agenti di polizia penitenziaria del carcere di Ivrea (Torino), che restano tra i 45 indagati dell’inchiesta insieme ad altri agenti, direttori e medici, in seguito al ricorso della pm Valentina Bossi, dopo che il Riesame aveva già escluso il reato di tortura e deciso che alcuni di loro, raggiunti da un provvedimento interdittivo, non andavano sospesi dal servizio. “La condotta assunta dagli agenti, nei termini in cui è stata accertata, alla luce della necessaria contestualizzazione dell’atto, non potrebbe essere qualificata in termini di trattamento inumano o degradante, in quanto finalizzata al necessario e doveroso contenimento del detenuto” scrivono i giudici della Suprema corte, come riporta il quotidiano La Stampa. Per i giudici, viene spiegato, sono incoerenti tra loro le versioni dei detenuti e dei medici. “Parte di queste condotte (essere spogliato nudo, perquisito e costretto a fare flessioni sulle gambe), appaiono finalizzate a eseguire una perquisizione particolarmente accurata al momento dell’ingresso in istituto” si legge nel provvedimento della Corte Per gli avvocati difensori degli agenti, Enrico Scolari e Mario Benni “la Cassazione ha confermato la tesi difensiva e la corretta audizione dei medici”. Per l’avvocato Celere Spaziante è “una soddisfazione personale e professionale perché la Cassazione chiarisce l’insussistenza dei profili di colpevolezza”.(lospiffero)

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