Il ministro della giustizia, Cartabia al Senato durante il Question Time risponde ad un interrogazione della senatrice Piarulli ,sulle attuali criticità del sistema carcerario italiano che pubblichiamo di seguito , a seguire la risposta del ministro della giustizia

PIARULLI (M5S). Signor Presidente, signor Ministro, premesso che
l’articolo 27 della Costituzione dispone che le pene non possano consistere in
trattamenti contrari al senso di umanità e debbano tendere quindi alla rieducazione
e risocializzazione del condannato, il carcere non è luogo di repressione
ma di ordine, sicurezza e trattamento, dove i detenuti sono condotti
all’interiorizzazione delle norme, alla responsabilizzazione e al rispetto delle
regole, mediante un processo di inclusione fatto di autonomia, socializzazione
e integrazione.
L’emergenza carceraria legata al sovraffollamento è un problema atavico
e consolidato nel tempo, che rischia di compromettere gli ambiziosi
obiettivi costituzionali. Innumerevoli fatti di cronaca vedono indistintamente
coinvolti detenuti e personale che, a seconda dei casi, risultano presunti autori
o vittime di fatti illeciti. Ciò è manifestazione evidente delle inadeguate condizioni
di vivibilità per tutti coloro che ruotano attorno alle strutture penitenziarie.
Si registra una mancanza di personale di polizia penitenziaria, di figure
trattamentali come gli educatori (vi è una media di circa due per istituto),
di dirigenti penitenziari, non solo al Nord ma anche al Sud, tenendo tra l’altro
presenti anche i frequenti pensionamenti e l’età avanzata del personale del
Sud.
Si consideri che risultano essere state riaperte durante il periodo del
lockdown anche strutture chiuse per inagibilità, come ad esempio una sezione
della casa circondariale di Trani, e che risultano essere ancora attivi spacci o
bar dove è impiegato personale di polizia penitenziaria, distolto dai suoi precipui
compiti, nonostante ci siano distributori automatici di bevande, snack e
cibi confezionati. In questo modo si pregiudica la sicurezza degli istituti penitenziari.
Vi è pertanto la necessità che gli istituti penitenziari siano dotati di
strumenti di controllo automatizzati e che possano essere utilizzati i droni.
Molti soggetti che sono privati della libertà presentano patologie psichiatriche
e purtroppo bisogna prendere atto che non sempre ci sono delle adeguate articolazioni
ASL per la salute mentale. Oltre a ciò, c’è sempre il problema
dell’insufficienza numerica delle REMS, nonostante gli stanziamenti previsti
nella legge di bilancio dell’anno scorso, e quindi soggetti che transitano sine
titulo nelle carceri.

CARTABIA, ministro della giustizia. Signor Presidente, le tematiche
toccate sono ben note, sono numerose, tutte di estrema rilevanza e frutto di
problemi irrisolti da molto tempo. Certamente, anche qui, in tre minuti non
sarà possibile esporre tutte le attività che, su vari fronti, si stanno approntando
per affrontare tutte queste emergenze, tenendo presente sempre quel faro rappresentato
dall’articolo 27 della Costituzione.
Anzitutto, il problema del sovraffollamento, che lei ha citato, è un problema
che persiste nelle nostre carceri. È importante aprire gli occhi su questo
fatto. Ho già detto, in più di un’occasione, che è un problema che va affrontato
da diverse angolature, ad esempio valorizzando l’esecuzione penale di comunità,
con le sanzioni e l’esecuzione della pena diverse dal carcere, l’esecuzione
penale esterna, ma naturalmente anche facendosi carico e intervenendo sulle
strutture.
Ha ragione, senatrice Piarulli, quando dice che gli spazi detentivi gravano
sulla condizione della detenzione e della vita dei detenuti, ma anche di
chi lavora in quelle carceri. È per questo che si sta intervenendo con molte
ristrutturazioni, utilizzando tutti i poteri anche acceleratori che sono dati
all’amministrazione penitenziaria fino al 31 dicembre 2022 e con i fondi del
PNRR, o meglio nell’ambito di quelli complementari: è prevista la costruzione
di nuovi padiglioni, di cui mi preme sottolineare che l’intervento riguarda
non solo i posti letto disponibili, cioè le camere, ma anche le aree
trattamentali. È sempre importante che si portino avanti, soprattutto nei nuovi
progetti, degli sviluppi equilibrati.
Il personale è in grave carenza e in grave sofferenza. Una delle prime
cose che ho fatto, come Ministro, è stato riattivare i concorsi che erano stati
congelati durante il periodo della pandemia. Ho chiesto all’amministrazione
penitenziaria di pianificare i concorsi con regolarità e con cadenza annuale e,
proprio in queste ore, c’è una trattativa del comparto sicurezza per ottenere un
ampliamento delle piante organiche. Mi auguro che il Governo e il Parlamento,
sempre nella manovra di bilancio, tengano conto di queste drammatiche
esigenze.
Sulla videosorveglianza fissa, attraverso bodycam, videoregistrazione
e sistemi antidroni, è da settimane che, soprattutto in seguito a fatti di grave
attualità, ho sollecitato l’amministrazione penitenziaria a farsene carico e ci
stiamo lavorando.
Infine, vorrei fare un accenno al problema della malattia psichiatrica,
delle REMS e soprattutto dei detenuti sine titulo. Voi sapete che questa è una
competenza che è prevalentemente in capo al Ministero della salute, ma non
dico questo per esimermi dalle mie responsabilità. Al contrario, abbiamo fatto
un tavolo, soprattutto sul finire dell’estate, per cominciare ad affrontare in
modo più sistematico questo problema.

Le do qualche elemento. Se al 28 ottobre 2020 i detenuti irregolari per
malattia psichiatrica erano 98, oggi sono 35. Ancora troppi, ma il lavoro che
si sta facendo è molto, con il contributo di tutti, Ministero della salute e Regioni,
che in questi mesi sono state sensibilizzate e ci hanno dato la disponibilità
di nuove strutture che stiamo attivando. Abbiamo anche l’occhio della
Corte costituzionale e stiamo rispondendo, col Ministero della salute, a un’istruttoria
richiesta dalla Corte su questo punto. Vi sono problemi di varia natura,
anche nel riparto di competenze, perché, ovviamente una chiarezza delle
competenze può aiutare una migliore facilitazione nella risoluzione dei problemi.

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