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Arrestato in Albania latitante per sfruttamento sessuale

Era ricercato per prostituzione coatta a Perugia dal 2014

Arrestato in Albania – Un cittadino albanese di 42 anni, latitante da anni e condannato per sfruttamento della prostituzione, è stato arrestato nella città di Shkoder, nel nord-ovest dell’Albania, in esecuzione di un provvedimento di cumulo pene emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Perugia. L’uomo era ricercato per la sua partecipazione a un’organizzazione criminale che reclutava giovani donne straniere, anche minorenni, costringendole alla prostituzione nell’area perugina.

Il fermo è avvenuto nella località di Scutari, vicino al confine, dove il soggetto era stato localizzato grazie a un’operazione coordinata tra l’Ufficio S.D.I. della Procura Generale e il Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia – 2ª Divisione Interpol. Il gruppo investigativo italiano, composto da agenti della Polizia Penitenziaria specializzati in operazioni di ricerca latitanti, ha lavorato in sinergia con le autorità albanesi, seguendo i contatti familiari dell’uomo e monitorandone i movimenti con attenzione.

Le indagini erano iniziate nel 2014, quando gli inquirenti italiani avevano scoperto una rete di sfruttamento sessuale operante nella zona di Perugia, in particolare nelle cosiddette “piazzole del sesso” tra Ferro di Cavallo e la periferia della città. Il 42enne albanese, insieme a due cittadini italiani e un altro albanese, organizzava il reclutamento di ragazze provenienti soprattutto dall’Europa dell’Est, destinate a essere avviate alla prostituzione sotto minaccia e costrizione.

Arrestato in Albania

Tra le vittime identificate, molte erano di origine romena e alcune di loro risultavano minorenni. Secondo quanto ricostruito dalle autorità giudiziarie, le giovani erano sottoposte a un sistema di controllo violento: in caso di mancata consegna dei proventi della prostituzione, subivano aggressioni fisiche, spesso con l’uso di mazze da baseball. Le minacce si estendevano anche ai familiari rimasti nei Paesi d’origine, soprattutto in Romania, rendendo ancora più oppressivo il contesto in cui erano costrette a vivere.

L’arresto rappresenta un risultato rilevante nell’ambito della cooperazione giudiziaria internazionale, sottolineando l’efficacia operativa della Procura Generale di Perugia anche in scenari transnazionali. L’attività investigativa ha richiesto una prolungata analisi dei contatti del latitante e un monitoraggio costante delle sue comunicazioni e spostamenti, fino all’individuazione del momento utile per il fermo.(umbriajournal)

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