Aggrediti con mattoni, allarme dei sindacati di polizia: “Massacrati dai detenuti. Il carcere di Torino non è una discarica sociale”

Uno dei problemi più gravi è quello dei detenuti psichiatrici, ma anche “le condizioni igienico-sanitaria fanno paura: ci sono topi e scarafaggi”

La situazione nel carcere di Torino è fuori controllo: nell’ultimo anno si sono registrati 35 aggressioni di detenuti, con 61 agenti feriti. “Negli ultimi quaranta anni – hanno denunciato all’unisono le organizzazioni sindacali del comparto sicurezza di Polizia Penitenziaria, che questa mattina sono stati ascoltati in commissione Legalità – non abbiamo mai visto una situazione del genere: da tempo siamo massacrati dai detenuti. Non ci sono più regole: i carcerati si sono appropriati del territorio“. Pochi giorni fa a un poliziotto sono stati dati 15 punti di sutura ad una mano e 40 in testa perché è stato colpito con un mattone staccato dal muro divisorio di un bagno. Durante un’altra aggressione un collega ha perso una falange di un dito e forse non potrà più usare la pistola d’ordinanza.

“Il carcere non è una discarica sociale”

Cronache di un carcere dove “le condizioni  – hanno spiegato  FSA-CNPP,  OSAPP, SAPPE , SINAPPE, FP CGIL , FNS CISL, UIL, USPP – igienico sanitarie fanno paura: ci sono topi, scarafaggi”. Se lunedì il Consiglio Comunale ha fatto un minuto di silenzio per ricordare i detenuti suicidi nel penitenziario, oggi non era presente nessuno assessore perché impegnati nella giunta. “Noi più volte – hanno aggiunto– abbiamo chiesto di parlare con il sindaco di Torino: bisogna fare qualcosa per queste mattanza che ci riguarda“. “Il carcere – ha proseguito – non è una discarica sociale, ma fa parte della città. Da anni, senza successo, chiediamo una navetta da corso Marche per noi ed i parenti dei carcerati“.

Il dramma dei detenuti psichiatrici

Il problema più grande è sicuramente rappresentato dai detenuti psichiatrici. Il reparto dedicato a loro, il Sestante, è stato chiuso. “Abbiamo avuto – ha chiarito un sindacalista – molti 112. Visto che sono chiusi i manicomi, gli psichiatrici vengono al Lorusso e Cutugno: mi sono fatto 8 giorni di ospedale per un pugno in faccia. È un dramma quotidiano per noi e loro“. Situazione analoga presente all’interno del carcere minorile Ferrante Aporti, dove il Direttore si divide tra Bari e Torino.

Pentenero: “Regioni appronti piano sanitario straordinario per carcere”

Problemi noti all’assessore comunale alla Sicurezza Gianna Pentenero, che annunciando la richiesta di incontro all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi chiarisce “è necessario che la Regione appronti prima possibile un vero e proprio piano sanitario straordinario che potenzi cura e sostegno ai detenuti”.

“Sono consapevole -aggiunge – che la situazione non sia più gestibile”. Da qui la richiesta del Comune di “valutare misure alternative come la detenzione nelle celle di sicurezza delle caserme per limitare l’impatto al momento dell’arresto e dell’immediata conduzione in carcere”“Siamo alla conclusione -aggiunge poi Pentenero – del percorso che ci porterà all’istituzione di uno sportello dimittendi che agevolerà il reinserimento e punterà ad abbassare il ritorno in carcere, visto il triste primato torinese dell’80% di recidivi nel nostro istituto“.

Ciampolini (Torino Domani): “Migliorare condizioni detenuti e agenti”

Denunce raccolte dai consiglieri presenti, a partire dalla capogruppo di Torino Domani Tiziana Ciampolini che ha detto: “Io so bene cosa vuol dire, perché ho lavorato in carcere e mi viene da piangere. Noi siamo qui oggi perché c’è stato un suicidio: sono convinta che per migliorare le condizioni dei detenuti bisogna migliorare quella degli agenti“. “È evidente – ha aggiunto – che bisogna ripensare completamente la custodia, se la morte appare come  l’unica soluzione“. Il consigliere delle Lega Giuseppe Catizone, sottolineando come gli agenti di Polizia Penitenziaria siano “un punto di riferimento dello Stato. Da una parte ci siete voi e dall’altra detenuti“. Per il capogruppo di Torino Libero Pensiero Giuseppe Iannò, che ha presentato un’interpellanza sul tema, “è necessario costituire un Tavolo per definire le linee di intervento e occorre che la figura del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino di Torino attivi una maggiore interlocuzione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria“.(torinoggi)

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