Camera dei Deputati seduta del 20 settembre , interrogazione rivolta al Ministro della giustizia dell’Onorevole DELMASTRO DELLE VEDOVE sulla grave situazione che vive il personale del Corpo della Polizia Penitenziaria

DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. —

Per sapere –

premesso che: mentre il Ministro interrogato perora una riforma della giustizia penale basata sul ricorso massivo alle misure alternative al carcere, favorendo ad avviso dell’interrogante il collocamento fuori dalle mura carcerarie di pericolosi criminali, nel carcere di Frosinone è accaduto quanto di più grave, increscioso ed inspiegabile vi possa essere; un detenuto di 28 anni, ristretto in Alta Sicurezza per reati connessi alla criminalità organizzata, ha sparato con una pistola detenuta illegalmente ad altri 3 detenuti per un regolamento di conti, ferendoli leggermente. Secondo le prime ricostruzioni fornite dalla stampa, la pistola potrebbe essere entrata in carcere mediante un drone; il detenuto, approfittando del tragitto per fare la doccia, avrebbe puntato l’arma al volto di un agente penitenziario per sottrargli le chiavi del settore dove erano collocate le sue vittime. Dopo aver raggiunto il corridoio, non essendo riuscito ad aprire la porta, il detenuto ha esploso alcuni colpi e ha ferito i tre che, nei giorni scorsi, lo avrebbero minacciato e picchiato; il detenuto, inoltre, possedeva illegalmente anche un telefono cellulare con il quale avrebbe contattato il suo avvocato; l’invio del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria su indicazione del Ministro interrogato appare all’interrogante quantomai inutile e tardivo. Bisogna rammentare che solo la fortuna del caso non ha portato a tragiche conseguenze sia per l’agente che per i detenuti. Ancora una volta, appare all’interrogante quanto più contraddittorio e illogico avere lo stesso vertice amministrativo sia per la gestione e la tutela dei detenuti, che per la gestione e la tutela degli agenti di polizia penitenziaria; a giudizio dell’interrogante, situazioni come questa evidenziano la necessità di dividere il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria in due dipartimenti distinti e separati, uno con competenza sui detenuti e uno con competenza sulla polizia penitenziaria; ancora una volta gli agenti della polizia penitenziaria sono oltremodo esposti alle angherie e alle violenze di criminali senza scrupoli, dotati di armamenti illegali e nei confronti dei quali non si dispone di strumentazioni adeguate. Turni massacranti, piante organiche ridotte all’osso, dotazioni obsolete e fatiscenti aggravano il rischio lavorativo nelle carceri ed espongono migliaia di onesti lavoratori a pericolose situazioni in cui potrebbero addirittura perdere la vita –: cosa intenda fare il Ministro interrogato per migliorare le condizioni di sicurezza in cui operano gli agenti della polizia penitenziaria, anche mediante l’aumento della pianta organica e migliori dotazioni personali. (4-10272)

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